La tragica serie di eventi sismici avvicendatisi a partire dalla scorsa estate nell'Italia centrale ha riportato l'attenzione delle amministrazioni sull'instabile situazione idrogeologica del paese. Sebbene la vulnerabilità sismica della penisola sia lungamente attestata da analisi e referti tecnici, in molte regioni le condizioni degli immobili non sono ancora tali da far fronte a un terremoto. Ecco quindi che si rendono indispensabili nuovi interventi edilizi per allineare le costruzioni con le norme antisismiche vigenti; il “Piano Casa Italia”, partito all'inizio del mese di luglio, risponde alla necessità di mettere in sicurezza il territorio.
I due miliardi di euro stanziati dal Fondo Investimenti saranno impiegati per aprire dieci nuovi cantieri pilota, di cui tre già in fase d'avvio, lungo l'arco appenninico al fine di prevenire i danni causati da un eventuale sisma. Rientra nel progetto anche la redazione di una mappa dettagliata delle aree a maggiore pericolosità. Il piano si aggiunge ai numerosi provvedimenti e incentivi edilizi lanciati dalla Manovrina 2017 a favore delle ristrutturazioni e dell'architettura antisismica.
Cosa prevede “Casa Italia”
Il fulcro del “Piano Casa Italia” è garantire la sicurezza di quei luoghi che per eccellenza rappresentano riparo e rifugio, ovvero le abitazioni private. Le case devono essere protette anche in caso di terremoto, e su questo si concentra il progetto ideato dall'architetto e Senatore a vita Renzo Piano e coordinato da Giovanni Azzone, ex rettore del politecnico di Milano. “Casa Italia” prevede un programma di risanamento antisismico leggero degli edifici senza allontanamento dei residenti, riducendo la vulnerabilità degli immobili da un lato e rendendo gli insediamenti urbani più vivibili dall'altro.
Nelle parole del suo ideatore, il progetto si basa su una cantieristica non invasiva, permessa da metodologie di lavoro innovative, la quale non richiede la separazione delle persone dalle loro case. L'obiettivo principale è individuare nuove soluzioni costruttive capaci di resistere a un sisma senza compromettere l'utilizzabilità degli immobili durante tutte le fasi degli interventi edilizi. Le soluzioni diagnostiche e progettuali sperimentate potranno fornire linee guida importanti per estendere successivamente l'operazione all'intero territorio nazionale. Gli stessi abitanti saranno coinvolti nel progetto con iniziative di sensibilizzazione al tema della sicurezza antisismica, mentre gli operatori verranno educati alla sostenibilità economica, auspicando una riflessione sulle politiche applicate in passato.
Nel concreto il “Piano Casa Italia” prevede l'iniziale apertura di dieci nuovi cantieri in altrettante città. I progetti dei primi tre cantieri pilota, collocati rispettivamente a Feltre, Foligno e Reggio Calabria, sono stati annunciati in occasione del 62° Congresso degli ingegneri italiani di Assisi. Manca solo la regolamentazione del piano prima di avviare le gare per l'assegnazione degli interventi edilizi. A seguire cominceranno la sperimentazione anche le città di Catania, Gorizia, Isernia, Piedimonte Matese, Potenza, Sora e Sulmona.
I siti dei cantieri sono stati selezionati in base alla loro pericolosità sismica e alla loro criticità idrogeologica. L'intero progetto si rifà ai dati raccolti dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed elaborati dall'Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT). Gli stessi dati contribuiranno a realizzare una mappa dei rischi dei Comuni italiani, liberamente accessibile online.
La mappa, disponibile dopo l'estate, è un sistema georeferenziato che raccoglie le informazioni sulla vulnerabilità idrogeologica di ogni Comune. Selezionando la scheda relativa alla propria area, si potranno visualizzare il relativo livello di pericolosità e il numero dei soggetti a rischio. La mappa è attualmente in fase di beta testing e sarà a breve rilasciata sui siti web dell'ISTAT e dei Comuni come strumento di prevenzione.
A fianco della mappa dei rischi, un ulteriore supporto digitale è il database delle caratteristiche degli edifici, contenente i dati sull'età, lo stato di conservazione, le dimensioni, la localizzazione, la tipologia costruttiva e la qualità energetica degli immobili. Questi mezzi informatici dimostrano l'importanza di Internet come ausilio per le imprese e i tecnici nell'individuazione dei dati necessari al migliore svolgimento dei loro interventi edilizi.
Agevolazioni per le ristrutturazioni antisismiche
Già lo scorso giugno, dopo l'approvazione alla Camera e la fiducia in Senato, era partita una misura decisiva a favore dell'architettura antisismica: la Manovrina 2017. Gli incentivi edilizi previsti, e in primo luogo l'estensione del Sismabonus, confermano una linea politica attenta alla riqualificazione immobiliare e alla mitigazione del rischio sismico.
Il Sismabonus vuole incoraggiare i cittadini a eseguire spontaneamente interventi edilizi su abitazioni private, condomini e immobili a destinazione produttiva per renderli meno vulnerabili in caso di terremoto. Il grado di pericolosità è diviso in otto livelli al fine di premiare le ristrutturazioni che consentono di passare da una classe di rischio sismico iniziale a una inferiore. L'incentivo si articola in detrazioni fiscali crescenti e distinte per tipo di intervento.
Le detrazioni vanno da un minimo del 50% fino a un massimo dell'85% per gli edifici stanziati nelle zone sismiche 1, 2 e 3, come stabilito dall'Ordinanza PCM 3274/2003 dell'INGV. Si godrà di una detrazione del 50% su ogni intervento edilizio senza variazione di classe, del 70% in caso di abbassamento di una classe di rischio, e dell'80% in caso di abbassamento di due classi di rischio. L'incentivo sale rispettivamente al 75% e all'85% per gli interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali. Il tetto massimo di spesa è fissato a 96 mila euro annui e le detrazioni vengono percepite nei cinque anni seguenti.
Grazie alla Manovrina 2017, in zona sismica 1 le stesse agevolazioni si estendono a chi acquista un immobile costruito o ricostruito in accordo con le norme antisismiche. Inoltre viene ritoccato anche l'Ecobonus, il cui credito derivato da lavori condominiali è adesso cedibile direttamente alle banche e agli intermediari finanziari se si è incapienti. Le imprese locate nei Comuni del cratere del sisma, invece, potranno beneficiare delle detrazioni vigenti nelle Zone franche urbane, ovvero l'esenzione dall'Imu, dai contributi previdenziali, dall'Ires e dall'Irpef fino a 100 mila euro di reddito e dall'Irap fino a 300 mila euro annui, in base all'entità del danno subito.
Tra le altre novità della Manovrina 2017 c'è la possibilità di eseguire il cambio di destinazione d'uso di un edificio contestualmente all'intervento di risanamento o di restauro, purché siano rispettate le caratteristiche dell'immobile e i piani urbanistici generali.
Infine sono stanziati 40 milioni di euro per la realizzazione di nuove opere a norma e per l'adeguamento antisismico degli edifici pubblici esistenti in zone ad alto rischio. In particolare sono previsti 15 milioni di euro per interventi di edilizia scolastica nelle province che ne fanno richiesta. La speranza è che gli incentivi edilizi e le nuove sperimentazioni possano cambiare il volto della sicurezza idrogeologica in tutta la penisola.