Sembrerebbe esserci finalmente una svolta decisiva per il destino delle opere pubbliche incompiute nel nostro Paese.
Questo perché recentemente è stato raggiunto un accordo tra il MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) e il MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) con questo fine.
L'obiettivo dichiarato è quello di promuovere progetti di riqualificazione urbana dei quartieri periferici.
Come verrà attuato questo piano? Scopriamolo insieme.
La svolta per le opere incompiute
Per raggiungere l'importante obiettivo di dare una nuova vita alle opere pubbliche incompiute, si dovrà verificare la possibilità di recuperare alcune di esse tra quelle presenti nell’anagrafe apposita destinandole anche ad usi diversi da quelli originariamente previsti, purché compatibili e conformi alle normative vigenti. Tutto ciò, a patto che si possa realizzare il recupero con i fondi a disposizione.
Dove si potranno recuperare le risorse da investire?
L'accordo prevede di attingere dal fondo istituito nello stato di previsione del Mef per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Tra i vari progetti coinvolti, infatti, sono previsti quelli relativi alla riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei Comuni capoluogo di provincia.
L’accordo rappresenta un punto di incontro delle azioni portate avanti sia dal Mibac che dal Mit per promuovere, attraverso la realizzazione di progetti ad hoc, interventi di riqualificazione urbanistica estesi ad un più ampio contesto di sviluppo sostenibile nei quartieri periferici in cui si trovano queste opere.
Il MIT, in particolare, metterà a disposizione i dati e le informazioni presenti nella banca dati del Sistema Informativo di Monitoraggio delle Opere Incompiute (SIMOI) e fornirà il supporto al MIBAC, tramite le competenti Strutture ministeriali, qualora si rendessero necessari ulteriori approfondimenti.